venerdì 18 novembre 2016

Blitz in Comune 16 indagati: Politica e appalti, sedici indagati

Il rapporto tra appalti, politica e cooperative sotto la lente d'ingrandimento della procura che ha inviato 16 avvisi di garanzia ad altrettante persone tra amministratori locali, dirigenti e funzionari del Comune e di alcune note cooperative sociali di Terni e Perugia.
I due politici indagati sono Vittorio Piacenti D'Ubaldi, assessore comunale al Bilancio, e il suo collega di giunta, Stefano Bucari, titolare della delega al verde pubblico.
L'operazione è scattata intorno alle 8 di ieri mattina quando oltre un centinaio di uomini della questura e delle fiamme gialle hanno iniziato a sciamare tra palazzo Spada e la nuova sede comunale di corso del Popolo. Immediate le reazioni politiche con la giunta Di Girolamo sempre più nel mirino.
Al setaccio la gestione del verde pubblico, le mense e servizi cimiteriali
Perquisiti uffici e case: nei guai anche gli assessori Piacenti D'Ubaldi e Bucarì
Appalti truccati o disegnati su misura delle esigenze del gruppo che si voleva favorire. Sono pesanti le accuse rivolte dalla procura della Repubblica a 16 persone tra amministratori locali, dirigenti e funzionari del Comune e di alcune note cooperative sociali di Temi e Perugia. I due politici coinvolti sono Vittorio Piacenti D'Ubaldi, assessore comunale al Bilancio, e il suo collega di giunta, Stefano Bucari, titolare della delega al verde pubblico. Poi ci sono il dirigente del Comune, Renato Pierdonati, e i funzionari dello stesso ente, Alessandro Marinucci e Federico Nannurelli, e Paolo Neri, della direzione gestione e manutenzione patrimonio del Comune.
Folta la schiera dei rappresentanti del mondo cooperativo e imprenditoriale. Ci sono Massimo Piacenti, amministratore delegato della Ali Foods Srl, Riccardo Fioriti, della stessa azienda, il presidente della cooperativa Alis, Stefano Notari, e quello della cooperativa Acti, Sandro Corsi, oltre a Carlo Andreucci che, sempre per l'Actl, si occupa di progettazione sociale e appalti.
Spunta anche il nome di Nicola Cimadoro, della cooperativa Solco, che , per la Caritas diocesana, segue il settore emergenze internzionali.
E poi il commercialista Goffredo Maria Copparoni, dell'Usi, Antonio Sabatini, rappresentante legale della cooperativa Ultraservizi, Luca Ascani, della cooperativa sociale Gea, e Gianluca Tornassi, della cooperativa La Torre.
La maxi-inchiesta - che polizia e finanza stavano portando avanti in silenzio da almeno un anno - è esplosa con tutto il suo clamore intorno alle 8 di ieri mattina quando, in concomitanza con l'apertura degli uffici, oltre un centinaio di uomini della questura e delle fiamme gialle, con tanto di rinforzi arrivati da fuori città, hanno iniziato a sciamare tra palazzo Spada e la nuova sede comunale di corso del Popolo.
Le auto con i lampeggianti hanno cinto d'assedio tutti gli accessi e poi gli investigatori hanno iniziato il loro lavoro certosino.
Decine di faldoni sequestrati, ma anche delibere e altri documenti. E pure dei pc.
Gli agenti hanno passato al setaccio anche il Ced, il Centro elaborazione dati dell'ente, acquisendo il server con i file da esaminare. Più di un impiegato ha notato l'assessore Piacenti D'Ubaldi mentre scendeva le scale a passo svelto per accompagnare gli inquirenti nei vari uffici.
Ma non solo il Comune. Trenta le ispezioni eseguite in poche ore. Gli uomini della squadra mobile, diretti da Alfredo Luzi, e i loro colleghi del nucleo di polizia tributaria della finanza, coordinati dal tenente colonnello Fabrizio Marchetti, hanno perquisito pure le abitazioni degli indagati e gli uffici delle varie società coinvolte.
Si tratta di cooperative di tipo B, vale a dire strutture con personale svantaggiato, ma anche di altro tipo.
A corso del Popolo gli agenti sono rimasti fin oltre le 15, Al momento non ci sono indagati agli arresti. Per ora - sottolinea uno degli investigatori. Come a dire che l'inchiesta, divisa in 5 filoni, è in corso.
"Non abbiamo ancora finito - si lascia scappare un altro inquirente. Siamo solo all’inizio."
L'obiettivo, a quanto pare, era quello di raccogliere quanto più materiale possibile per poi delineare al meglio la posizione dei primi 16 indagati e degli altri che potrebbero aggiungersene sin dalle prossime ore.
E non è un caso che dietro la maxi-inchiesta stia lavorando un pool di magistrati, coordinati dallo stesso procuratore Alberto Liguori.
Le ipotesi accusatorie vanno dalla turbativa d'asta alla turbata libertà del procedimento di scelta del contraente: reati che alcuni degli indagati avrebbero compiuto con una vera e propria associazione a delinquere. In due soli casi è stato invece contestato il falso ideologico. I settori interessati dagli appalti finiti sotto la lente d'ingrandimento della procura riguardano il verde pubblico, con ben 11 avvisi di garanzia, ma anche la refezione scolastica, ma presto un nuovo filone potrebbe interessare anche la sanità.
E poi ci sono i servizi cimiteriali, i lavori per l'impianto anti-incendio al Caos, l'assegnazione di un chiosco alla cascata delle Marmore e l'affidamento del contact center dall'Usi a Temi Reti.
Nel caso dell’illuminazione pubblica (manutenzione, gestione e produzione energetica) il Comune - secondo la ricostruzione accusatoria - preferì all'Asm, sua partecipata al 100 per cento, l'Enerstreet Srl, nella cui compagine anche una società riconducibile a Massimo Piacenti.
La procedura, a suo tempo, fu al centro di un'interrogazione del consigliere Cecconi che la sottopose all'Autorità anticorruzione.
Dubbi anche sul nuovo bando di gara quinquennale (2017-2022) riferito alla refezione scolastica. Il bando prevede la presenza di un centro di preparazione alimentare a un massimo di 20 chilometri dal territorio interessato e la costruzione di un altro centro, sempre nello stesso ambito, da attivare in caso di mancato funzionamento del primo. Un parametro che, nel breve tempo a disposizione dei concorrenti, avrebbe finito per favorire - secondo i pm -la All Foods Sri. Il bando - come nel caso del verde pubblico assegnato a un'Ati (Associazione temporanea di imprese) - prevedeva come criterio un'offerta tecnica al 70 per cento e una economica al 30.
Corriere dell'Umbria Venerdì 18 Novembre 2016

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