L'atto, che prevede una deroga alla società proponente per la vendita o la locazione dell'immobile prima dei 5 anni previsti dal regolamento delle aree per insediamenti produttivi, è stato ritirato dal vicesindaco Polli per consentire alla commissione un approfondimento sul piano industriale e occupazionale e sulle contropartite che saranno garantite al Comune.
Dubbi sull'operazione, infatti, erano arrivati anche da esponenti della stessa maggioranza.
"La prosposta si configura come una pura e semplice operazione immobiliare - ha detto ad esempio Tiziana Tombesi dello Sdi - mentre le aree Paip sono da destinare, senza alcuna opzione possibile, ad attività produttive esercitate direttamente dal soggetto richiedente e assegnatario del terreno.Francesco Maria Ferranti, vicepresidente forzista della commissione, ha sottolineato come il metodo scelto dall'amministrazione comunale abbia finito con il creare problemi e intralci burocratici al proponente.
Ingiustificabile appare poi la richiesta di una riduzione del valore dei terreni espropriati dal Comune, che opera o dovrebbe operare nell'interesse generale e non nell'interesse della società richiedente.
Infine è necessario chiarire i risvolti occupazionali: per ora ci sono solo ipotesi su quello che i potenziali acquirenti o locatari potranno realizzare nella gestione delle varie attività."
"Non mettiamo in discussione la bontà del progetto industriale - afferma il consigliere - ma tutto deve essere fatto secondo le normative.In consiglio comunale, invece, il capogruppo di Città Nuova Andrea Messi ha chiesto la modifica del regolamento edilizio proprio per ovviare a queste problematiche.
Sarebbe più utile concentrarsi sulla revisione del regolamento di assegnazione delle aree Paip, che per come è concepito non prevede la possibilità di operazione vantaggiose per imprese edilizie private seppure coincidano con l'interesse pubblico."
"Nonostante vi sia la necessità di un approfondimento - chiude Marco Malatesta del Pd - resta la piena validità di un progetto che prevede 24 milioni di euro di investimenti, oltre 4 milioni di ricadute pubbliche e 80 posti di lavoro.
Riteniamo che, nel rispetto delle regole e della certezza del diritto, la città debba valorizzare opportunità imprenditoriali che possono contribuire al rafforzamento del tessuto produttivo."
F.Zac
Corriere dell'Umbria Martedì 27 Gennaio 2009
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