Ed è con identico fine ecologico che una terza associazione chiede che vengano ripiantati gli alberi abbattuti, aggiungendosi in ciò ad Astrolabio (prima a sollevare il caso e che coregge il numero dei gelsi tagliati: sarebbero dieci e non sette) e a Legambinete (che ha richiesto l’accesso agli atti).
“Come si crea il degrado?”interroga le autorità Bruno Galigani, presidente dell’Araba fenice, rievocando il taglio anni fa di altri tre gelsi nella stessa zona delle mura Castellane, anch’essi non rimessi a dimora.
Galigani chiede al sindaco anche se reggerà, senza quei gelsi, la ripida scarpata sovrastante le case popolari, finora sorretta dalle loro radici secolari.
Un motivo in più per
“rimettere a dimora piante autoctone durature come lecci o platani, nello stesso numero di quelle tagliate”.Un imperativo etico, e anche estetico, condiviso dai residenti, da Astrolabio e Legambiente il cui presidente, Andrea Liberati, precisa:
“Riforestare le nostre campagne e città è una cura indicata dalla comunità scientifica per fermare la febbre del pianeta. Quanti alberi si intendono ripiantare dunque?”
Orietta Bonifazi dal Corriere dell'Umbria
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