giovedì 24 settembre 2009

Stefano Bucari: cassa del comune vuota, il welfare da ridisegnare

[...] le casse sono vuote, anzi drammaticamente vuote. E così l'assessore alle politiche sociali di Palazzo Spada, Stefano Bucari, è costretto a mettere le mani avanti e ad esporsi all'attacco dell'opposizione, con Carlo Orsini che lo "bacchetta" perché
"anche lui, come consuetudine delle giunte di sinistra inizia il mandato dando la colpa al Governo e non alle scelte scriteriate fatte dall'amministrazione Raffaelli che hanno portato al dissesto le finanze comunali."
Tema su cui torna ad insistere su altri fronti anche Enrico Melasecche.
Cosa dice Bucari per suscitare tale reazione? L'assessore mette sul tavolo cose semplici nella loro drammaticità. Spiega che a fronte di un aumento delle esigenze, la capacità di spesa del Comune diminuirà e in modo sensibile. Tanto che sarà difficile mantenere le cifre attualmente impegnate nel capitolo welfare del libro contabile di palazzo Spada: circa sei milioni di impegni diretti del Comune e altri tre derivanti da finanziamenti a progetti specifici da parte di altri enti che rafforzano nel complesso l'intervento dell'ente.
"Mediamente i tagli dei trasferimenti provenienti dallo Stato si aggirano intorno al 33% rispetto a quelli del 2008, con punte che raggiungono, in alcuni settori, anche il 50% - denuncia Bucari - e questo ci impone di rivisitare immediatamente le nostre politiche di welfare, anche perché le riteniamo centrali per la nostra amministrazione e vogliamo cambiare registro partendo dal fatto che non si può solo rispondere all'emergenza."
L'assessore ammette esplicitamente che
"alcune voci di bilancio della precedente amministrazione sono in qualche modo discutibili"
, e prova a disegnare il futuro, il "suo" futuro. Partendo dalle necessità immediate.
"Serve un nuovo regolamento per i contributi - attacca Bucari - abbiamo 440 famiglie assistite in maniera continuativa e 90 in maniera straordinaria ed il fronte più delicato, poi, è quello dei minori. Ne abbiamo 42 nelle nostre strutture affidatici dal Tribunale e sono aperti ben 588 procedimenti giudiziari. Questi dati ci costringono da una parte a dire che non possiamo andare avanti all'infinito con l'assistenza fine a se stessa. Dobbiamo creare un meccanismo che porti l'assistito a rientrare pian piano nella società. Magari aiutandolo sul piano lavorativo, ad integrarsi e quindi ad essere attivo nella comunità. Mentre per ciò che riguarda i minori si rende necessario ridefinire il rapporto con le altre istituzioni, da quelle giudiziarie alle Asl, arrivando ad attivare nuove convenzioni."
L'idea dell'assessore Bucari è comunque quella di dare un volto nuovo alle politiche sociali di Palazzo Spada, pur dovendo ammainare subito bandiera sul ritorno delle deleghe dell'Asl dal 2010 come prospettato da Ciaurro:
"Non siamo in grado di gestirle, la questione si porrà più avanti."
Riprogrammazione dunque, arrivando addirittura a pensare un
"piano regolatore del welfare comunale. Questo perché - insiste l'assessore Bucari - dobbiamo mettere al centro di tutta l'attività amministrativa le politiche sociali, mettere a sistema le diverse politiche pubbliche tenendo conto di questa centralità, dall'edilizia alla sanità, alla cultura. Non più solo un'offerta a cui si deve adeguare la domanda, ma un'azione attiva, che parta anche dal nuovo protagonismo delle associazioni del volontariato, dagli operatori e da un collegamento sinergico che ottimizzi le risorse, eviti doppioni e sovrapposizioni e dia più incisività all'azione del pubblico."
di Dante Ciliani
Il Messaggero Martedì 22 Settembre 2009

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