mercoledì 23 settembre 2009

Pioppi e potature per fare energia: Una piccola azienda di Acquasparta premiata dall'Unione Europea

Il cartello nella piantagione di pioppi a ridosso del supercarcere, sembra uno come tanti, di pubblicità. Invece racconta una storia di imprenditoria avanzata e di nuove frontiere: l'agroenergia. E racconta anche che in Italia tra i leader c'è anche un'azienda di Acquasparta, impegnata in una rivoluzione a più facce: è l'Atena, portata avanti dalla passione e dall'impegno di un padre e figlio, Renato e Sebastiano Cami, insieme ad altri soci. Una rivoluzione?
"Semplice! La nostra idea si basa sulla conversione di parte delle colture agricole verso specie vegetali dedicate o attraverso il recupero di residui agricoli che oggi rappresentano un costo di smaltimento"
spiega Renato Cami. Tutto questo diventa materiale da bruciare in apposite caldaie per l'energia sia elettrica che termica o refrigerante.
"Il progetto è così tanto piaciuto sia al Ministero dell'Ambiente che alla Commissione Europea della sostenibilità che a febbraio di quest'anno abbiamo vinto una sorta di oscar del settore."
L'idea che parte da Renato, agronomo, da sempre in giro nelle campagne e da sempre con il pallino della recupero energetico. Qualche anno fa in Toscana dirigeva una mega azienda agricola e lì ha compiuto i primi esperimenti:
"Il cippato era secondo me l'elemento da cui si poteva partire per fare energia, per fare caldo - freddo, un ciclo che poteva andare bene in tutte le stagioni. Ed il cippato poteva venire da tante piante, a cominciare dagli scarti delle potature. Però il pioppo era l'ideale: ci abbiamo puntato, ne abbiamo selezionato il tipo, l'abbiamo piantato: dopo due anni lo raccogliamo per bruciarlo nelle nostre caldaie."
Hanno addirittura inventato, per abbattere i costi, una macchina che automaticamente pota i pioppi e poi li taglia alla misura voluta, alla misura della caldaia. E la macchina è così efficiente che il Comune di Roma gli ha affidato la pulitura degli argini del Tevere in centro.
Ad Acquasparta la sede aziendale è diventata la vetrina per come si costruisce il cippato, per come funziona:
"Abbiamo un accordo con il comune per il quale recuperiamo tutte le potature, togliendo ogni onere al pubblico, e le adoperiamo, anziché buttarle vie, per il nostro teleraffrescamento."
Ma sono le colture intensive del pioppo che interessano all'azienda:
"é questa una soluzione semplice che in Umbria potrebbe essere usata quale alternativa al "dopo tabacco" - spiegano i Cami - potremmo mettere a coltura migliaia di ettari per scopo energetico con grandi risparmi di soldi e di inquinamento: insomma potremo piantarci il nostro petrolio."
Cercano terreni, cercano azienda agricole , per costituire una filiera importante. Intanto occupano una decina di persone ma il loro trend è in crescita anche perché qualche impianto di dimensioni più grandi inizia ad essere costruito. Come quello di Apiro, piccolo comune sulle colline marchigiane, dove è stato installata una caldaia a cippato da 1300 Kw. L'impianto alimenta gli edifici comunali, le scuole il teatro ed una casa di riposo con una rete di teleriscaldamento di un chilometro e mezzo: e tutta l'energia viene fuori bruciando da un mix di legno di bosco, legno da pioppo, di potature di vite, olivo, verde pubblico e di paglie di cereali. Insomma tutti prodotti che si trovano all'intorno della cittadina marchigiana.
"Beninteso che d'estate riscaldiamo e d'estate rinfreschiamo"
spiegano. Ora sono tutti proiettati verso l'impianto di Massa Martana, dove l'Atena costruirà la centrale caldo - fresco per l'iniziativa della Angelantoni, recuperando i locali di una vecchia fabbrica di laterizi.
di Marcello Guerrieri
Il Messaggero Domenica 13 Settembre 2009

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