"Semplice! La nostra idea si basa sulla conversione di parte delle colture agricole verso specie vegetali dedicate o attraverso il recupero di residui agricoli che oggi rappresentano un costo di smaltimento"spiega Renato Cami. Tutto questo diventa materiale da bruciare in apposite caldaie per l'energia sia elettrica che termica o refrigerante.
"Il progetto è così tanto piaciuto sia al Ministero dell'Ambiente che alla Commissione Europea della sostenibilità che a febbraio di quest'anno abbiamo vinto una sorta di oscar del settore."L'idea che parte da Renato, agronomo, da sempre in giro nelle campagne e da sempre con il pallino della recupero energetico. Qualche anno fa in Toscana dirigeva una mega azienda agricola e lì ha compiuto i primi esperimenti:
"Il cippato era secondo me l'elemento da cui si poteva partire per fare energia, per fare caldo - freddo, un ciclo che poteva andare bene in tutte le stagioni. Ed il cippato poteva venire da tante piante, a cominciare dagli scarti delle potature. Però il pioppo era l'ideale: ci abbiamo puntato, ne abbiamo selezionato il tipo, l'abbiamo piantato: dopo due anni lo raccogliamo per bruciarlo nelle nostre caldaie."Hanno addirittura inventato, per abbattere i costi, una macchina che automaticamente pota i pioppi e poi li taglia alla misura voluta, alla misura della caldaia. E la macchina è così efficiente che il Comune di Roma gli ha affidato la pulitura degli argini del Tevere in centro.
Ad Acquasparta la sede aziendale è diventata la vetrina per come si costruisce il cippato, per come funziona:
"Abbiamo un accordo con il comune per il quale recuperiamo tutte le potature, togliendo ogni onere al pubblico, e le adoperiamo, anziché buttarle vie, per il nostro teleraffrescamento."Ma sono le colture intensive del pioppo che interessano all'azienda:
"é questa una soluzione semplice che in Umbria potrebbe essere usata quale alternativa al "dopo tabacco" - spiegano i Cami - potremmo mettere a coltura migliaia di ettari per scopo energetico con grandi risparmi di soldi e di inquinamento: insomma potremo piantarci il nostro petrolio."Cercano terreni, cercano azienda agricole , per costituire una filiera importante. Intanto occupano una decina di persone ma il loro trend è in crescita anche perché qualche impianto di dimensioni più grandi inizia ad essere costruito. Come quello di Apiro, piccolo comune sulle colline marchigiane, dove è stato installata una caldaia a cippato da 1300 Kw. L'impianto alimenta gli edifici comunali, le scuole il teatro ed una casa di riposo con una rete di teleriscaldamento di un chilometro e mezzo: e tutta l'energia viene fuori bruciando da un mix di legno di bosco, legno da pioppo, di potature di vite, olivo, verde pubblico e di paglie di cereali. Insomma tutti prodotti che si trovano all'intorno della cittadina marchigiana.
"Beninteso che d'estate riscaldiamo e d'estate rinfreschiamo"spiegano. Ora sono tutti proiettati verso l'impianto di Massa Martana, dove l'Atena costruirà la centrale caldo - fresco per l'iniziativa della Angelantoni, recuperando i locali di una vecchia fabbrica di laterizi.
di Marcello Guerrieri
Il Messaggero Domenica 13 Settembre 2009
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