mercoledì 1 ottobre 2008

Urinare in scena sul palco ... è arte? É teatro?

Indignazione per il festival Esterni, edizione 2008. Indignazione degli spettatori e di tutta l'opposizione politica per la performance di domenica sera, in scena al teatro Verdi, dal titolo "Viva Verdi".
Indignazione, perché lo spettacolo era fatto anche di vomito e urina, sul palco, senza finzione. Indignazione a tal punto che tutta l'area politica del Pdl chiede la cancellazione del festival. E se qualche risata, qualche scroscio di mani sovrapposte, stavano lì, nel teatro Verdi a coprire e a rompere l'imbarazzo, sul palco avveniva di tutto.
"Quanto accaduto al teatro Verdi -afferma Federico Brizi, coordinatore comunale di Forza Italia-Pdl- ha dell'inverosimile.
Credo che mai, in duecento anni di storia, del nostro teatro comunale, si sia potuto assistere ad uno spettacolo del genere che urta il decoro, oltre che degli spettatori, anche di una tale pubblica istituzione.
250 mila euro di fondi per il festival, per vedere anche urinare e vomitare. Finanziare eventi ed attività culturali, significa anche essere in grado di dare prestigio alla nostra città, di farla conoscere in Italia e di attirare turismo e risorse sul nostro territorio.
Agiremo presso tutti i livelli istituzionali, Regione, Ministero per portarli a conoscenza dell'uso dei soldi erogati e presenteremo un atto, al Consiglio comunale, per la definitiva cancellazione del Festival Esterni.
Crediamo che altre siano le iniziative e i festival culturali da promuovere per fare grande il nome di una città e rendere fruibile a tutti un evento culturale."
Uno spettacolo che dal suo titolo non faceva senz'altro prevedere il corpo nudo degli artisti e quel senso di repulsione da parte di chi guardava.
"Nell'appuntamento finale del festival Esterni al Verdi - commenta il consigliere Giuseppe Conti di Alleanza nazionale- la platea ha assistito ad uno spettacolo estremo e provocatorio, con gli attori che hanno vomitato e urinato sul palco, tanto che il Coro della Pace dopo aver preso parte alle prove ha deciso di non partecipare alla performance."
Una pipì culturale, come la descrive Conti, tanto da rivolgere un'interrogazione al sindaco, per sapere
"quanto dovrà spendere il Comune per la disinfezione del palcoscenico del teatro comunale che, nei prossimi giorni, dovrà ospitare la stagione di prosa."
Ennesima diatriba su questo festival che da sempre fa molto discutere e che questa volta ha oltrepassato un limite, quello del contegno, perché non è vero che all'arte è concesso tutto.
Come non è vero che, chi non apprezza questo tipo di spettacolo, è perché non lo comprende.
"Il fatto è che -afferma Federico Salvati, consigliere comunale Pdl- indecenti spettacoli dovrebbero essere pagati solo da chi li vuole, con le proprie risorse e non con quelle pubbliche."
Mentre ancor più lapidario è il vice presidente del consiglio regionale Raffaele Nevi (Fi) che apostrofa lo spettacolo come un vero e proprio
"scandalo che va fermato e che non fa onore alla città.
Questo non c'entra niente con l'arte, richiama pochissime persone e drena un fiume di soldi pubblici.
Il nostro Comune, insieme alla Regione, non trova di meglio che spendere 250mila euro per vedere vomitare e urinare gente sul palco."
A sentire gli organizzatori del festival la parola
"scandalo è troppo forte, perché gli scandali sono ben altri."
E poi ancora
"ci voleva uno spettacolo del genere, assolutamente provocatorio, a farci conquistare le prime pagine dei giornali.
Chiacchiere da bar. Non può essere oggettivato negativamente -continua una delle responsabili del festival, Linda Di Pietro- uno spettacolo che non si è visto, e sia giornalisti, sia politici, sia gli spettatori, sono caduti nella trappola.
Quella di parlare, discutere, di arte, quella contemporanea. Ancora una volta, in una città come quella di Terni, non si viene ascoltati se non si è provocati."
Insomma, il "purché se ne parli" sembra mettere insieme i pareri degli esperti e sembra essere il denominatore comune degli spettacoli del festival.
Intanto, fuori da lì, non tutti, invece, sono d'accordo
Roberta Falasca
dal Corriere dell'Umbria Mercoledì 1° Ottobre 2008

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