La brillante operazione si è svolta con un blitz scattato nel corso della mattinata di ieri, intorno alle 6 e 30.
La piantagione era situata in un luogo nascosto, in località Terria, lungo le sponde del Nera difficilmente individuabile sia dalla vecchia strada che costeggia il fiume che dalla provinciale che conduce a Scheggino.
La piantagione di cannabis-indica, da cui si ricava la marijuana, è stata scoperta durante un servizio inerente il controllo del territorio.
La piantagione era composta da una quarantina di piante alte circa due metri che, come detto, erano ben nascoste e mimetizzate. Erano immerse nella fitta vegetazione e raggiungibili solo percorrendo un fitto tunnel realizzato magistralmente con piante di bambù e rovi, oltre a varie piante comuni che crescono lungo il fiume.
Ma tante attenzioni non sono riuscite però a celare la droga agli uomini del Corpo Forestale dello Stato che in meno di un'ora, e di buon mattino, hanno estirpato le piante e le hanno trasportate al comando di stazione nel centro storico di Ferentillo.
La frescura e l'acqua in abbondanza presente sul luogo avevano favorito la crescita prosperosa delle piante, che ieri hanno invaso tutto l'ufficio del comandante Simoni.
Una qualità eccellente, data anche dal forte profumo.
Si indaga ora sui possibili “coltivatori” anche se non si esclude che le indagini possano essere già a buon punto.
Comunque, a detta degli inquirenti, il fatto non sono dovrebbe essere imputato a ragazzi del posto, ma a persone meno giovani.
Il caso del ritrovamento della piantagione di cannabis a Ferentillo, oltretutto con una notevole quantità di piante, è il primo che si registra in questi ultimi anni, dopo che le leggi vigenti si sono inasprite verso i consumatori e gli spacciatori.
Certamente la notizia ha creato un certo sconcerto tra la popolazione che mai avrebbe immaginato che anche a Ferentillo possono accadere fatti che di solito accadono in città più. Occorrono quindi più controlli da parte delle forze dell'ordine nei confronti di un fenomeno da non sottovalutare.
Carlo Favetti dal Corriere dell'Umbria
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