Il contenzioso è di quelli da brividi. La sola ditta "Tonelli" chiede al Comune 4 milioni di risarcimento danni, per non avere potuto utilizzare il lotto che le è stato assegnato.
Un altro milione e mezzo di euro lo chiede la ditta "Struzzi", che ha firmato il contratto di concessione dell'area e pagato al Comune oltre 380 mila euro di corrispettivo ed oneri.
La società ha cominciato a costruire un palazzo di 32 appartamenti e di sei piani, ma quando si è trattato di ottenere i mutui per sostenere l'investimento in attesa di vendere gli appartamenti, si è sentita dire dalla banca che non avrebbe avuto il prestito, perché le aree oggetto dell'intervento edilizio non sono mai state espropriate ai legittimi proprietari.
Così, l'azienda edilizia si ritrova a fare i conti con un danno finanziario, con i lavori arrivati in fase avanzatissima, addirittura alla edificazione delle murature esterne, e a dover sospendere le negoziazioni con gli acquirenti.
Nei giorni scorsi l'avvocato Manuela Rosati, per conto della società di costruzione, ha depositato gli atti della citazione a giudizio contro Palazzo Spada.
Ma non è finita. Perché accanto ai due contenziosi milionari potrebbero attivarsene anche altri. E' la stessa giunta comunale ad affermarlo in una delibera assunta pochi giorni fa, nella quale si prende atto che "alla causa civile intentata dalla ditta "Tonelli" potrebbero aggiungersi quelli delle altre imprese aggiudicatrici dei lotti limitrofi, le quali per il fatto che l'ente non ha ancora acquisito le aree non riescono ad ottenere i finanziamenti richiesti per effettuare i lavori, con grave perdita economica".
Oltre a Struzzi, infatti, sarebbero danneggiate altre due ditte, dalle quali però non si hanno ancora reazioni ufficiali.
Per sbloccare la questione dell'area Tonelli,la società del costruttore ternano ha proposto al Comune una mediazione: la possibilità di realizzare un intervento in variante al piano regolatore vigente ed a quello adottato in località Villa Palma, dove l'azienda aveva ottenuto un permesso di costruire poi decaduto per mancato inizio di attività.
Il costruttore, dunque, torna alla carica sulla zona adiacente a quella che sarà oggetto del recupero dell'antica villa con tanto di centro di ricerca e 40 mila metri cubi di immobili.
E punta a scambiare la chiusura della partita sul Peep col via libera al progetto edilizio elaborato dallo studio di Luciano Baldi e Paola Margheriti, rinunciando anche al ricorso al Tar contro il diniego del permesso di costruire e per la riduzione delle quantità di edificazione che erano state autorizzate.
La giunta comunale con la sua delibera ha passato la grana al consiglio, che dovrà decidere se dare mandato al dirigente dell'urbanistica, Aldo Tarquini, di procedere ad una negoziazione con la società Tonelli ed a quello del patrimonio, Massimo Riccetti, di verificare la congruità economica della proposta di transazione. Ma intanto su Palazzo Spada continua a pendere la spada di Damocle delle cause milionarie.
Federico Zacaglioni rassegna stampa dal Corriere dell'Umbria
Nessun commento:
Posta un commento