"Siamo contenti - dice quasi in diretta - l'assessore ai lavori pubblici Silvano Ricci. Spero che altri seguano l'esempio."
Completa indisponibilità, per il momento, a contribuire al finanziamento del teatro Verdi: costo stimato per il restyling contemporaneo 10 milioni, mentre in cassa al Comune ce ne sono solo 3. Fornaci dice di pensare alle sorti del Verdi, il principale contenitore culturale, ogni giorno ma di non vedere una soluzione. La barriera restano sempre i posti; il progetto del Comune che verrà presentato ufficialmente il prossimo giovedì prevede 650 posti.
La fondazione Carit darà il suo contributo finanziando il restyling dei mosaici della vasca di Corrado Cagli tenuti dalla fondazione insufficienti per ospitare spettacoli di livello. La fondazione chiede, per poter contribuire all'opera, un teatro da mille posti, spazio adeguato alle esigenze della città.
"Tecnicamente possibile con una struttura interna in acciaio"suggerisce il consigliere Marco Corradi, ingegnere. Il problema sono i soldi: un teatro da mille posti costerebbe a spanne trenta milioni.
"Con un esborso del genere il Verdi ce lo prenderemmo noi. Senza rapporti col Comune"dice Fornaci. Cioè l'intervento a carico della fondazione in cambio della gestione. Ma il presidente derubrica l'ipotesi a livello di battuta. La posizione ufficiale è al momento nessun cofinanziamento.
"Il consiglio di amministrazione mi ha invitato a disinteressarmi della cosa"chiude Fornaci. Si avvia a soluzione il tormentone della Pet Tac, strumento per la dia gnostica donato all'azienda ospedaliera nel 2009, costo un milione e mezzo, e ancora imballato nei magazzini della Siemens. Fornaci loda il nuovo manager Casciari:
"Mi ha assicurato che entro metà luglio l'impianto sarà attivo, aggiornato con nuove schede. La ditta incaricata per adeguare i locali si è tirata indietro. Ma ne è stata individuata un'altra. Manca solo un'autorizzazione. Questa vicenda dovrebbe andare a posto"
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