sabato 25 ottobre 2008

Casa a luci rosse in via Giandimartalo da Vitalone

Niente profumi d'incenso, parole bisbigliate, gesti rituali, ma appartamenti moderni con mobili a buon mercato.
Questa è la prostituzione cinese del terzo millennio, lontana dalle strade e nascosta in vari punti della città.
E la catena si allunga. Agenti della squadra mobile della questura di Terni, dopo varie segnalazioni di condomini, hanno fatto irruzione in un appartamento di via Giandimartalo da Vitalone, trovandovi una cinese di 35 anni che vi si prostituiva.
La polizia ha poi accertato che l'abitazione era stata messa a disposizione della prostituta da una sua connazionale di 30 anni, residente in Toscana, proprietaria di vari stabili in Toscana e Umbria.
Proprio in via Giandimartalo da Vitalone negli ultimi tempi era stata scoperta dalla polizia un'altra casa a luci rosse.
Forse un luogo scelto perché "anonimo", anche se centrale. L'appartamento è stato posto sotto sequestro, mentre sono in corso altre indagini per verificare se pure le altre abitazioni intestate alla giovane residente in Toscana siano con inquilini "hard".
La trentenne è stata denunciata per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione poiché si faceva consegnare dall'ospite del suo appartamento a Terni una cospicua percentuale dei suoi incassi.
Un "modus operandi" abituale della triade cinese, la mala che gestisce, tra i tanti traffici, anche la prostituzione.
Il racket dagli occhi a mandorla, infatti, si basa sulla possibilità di lavorare. La "lucciola" non affitta la stanza in prima persona pagando un fisso mensile all'organizzazione. Il protettore, spesso un cinese regolare - spiegano le forze dell'ordine - pretende circa il 50 per cento dei guadagni della giornata.
Le tariffe praticate nelle "stanze del dragone" sono in linea con quelle della strada proprio per battere la concorrenza delle donne dell'Est, sudamericane e africane.
Molte ragazze di Pechino o della regione di Liao Ning, nel Nord della Cina, arrivano in Italia soprattutto a causa della crisi nelle fabbriche e vengono "arruolate" nelle case di piacere.
Anche perché nel Paese della Grande Muraglia la prostituzione è ancora un reato punito con la pena di morte.
La trafila è la stessa per tutte. Il viaggio, organizzato di solito da un'agenzia turistica cinese, costa circa diecimila euro, compreso regolare permesso di soggiorno turistico.
Il sogno di tutte è arrivare in Italia e trovare un lavoro. Ma per molte l'illusione s'infrange sugli anonimi letti di una casa a luci rosse.
Riccardo Cecchelin
dal Corriere dell'Umbria Sabato 25 Ottobre 2008

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