Ma non era l'unione a fare la forza? Uno scontento più combattivo traspare da una lettera firmata da soci lavoratori che denunciano le "troppe responsabilità" chieste agli operatori sociali per far quadrare il welfare.
Il contratto, appena siglato dopo lunghe trattative e già per scadere, presenta vari "punti scandalosi" del rinnovo, tanto che i circa 5mila operatori umbri sentono la parola "socio" ormai "svuotata di senso", a dispetto della soddisfazione di vertici e sindacati per l'accordo raggiunto.
Infatti i soci lavoratori si dissociano dall'apprezzamento espresso da Carlo Di Somma, presidente regionale di Federsolidarietà-Confcooperative, per il
"prevalso senso di responsabilità nei confronti delle cooperative sociali e dei soci lavoratori in primis che assumono il rischio d'impresa in quanto soci delle proprie strutture."Ciò significa, traducono i firmatari, che
"come sempre gli operatori sociali ci rimettono e vengono pagati in modo indegno."Perché?
"Il contratto, rinnovato dopo 25 mesi dalla scadenza, prevede per la vacanza contrattuale 2006/2007 un rimborso di 200 euro totali a testa, circa 8 euro al mese: un'elemosina che viene chiamata ‘senso di responsabilità'.Indigesta anche la maggiorazione per i festivi del 15 per cento del minimo contrattuale: entrerà in vigore solo l'ultimo mese del contratto, dicembre 2009.
I comunali prendono oltre mille euro."
"Sempre in virtù del senso di responsabilità degli operatori sociali? - chiedono i soci -. Inoltre resta l'equivalenza tra chi ha una formazione di 15 anni e chi di 15 giorni: un livellamento verso il basso di figure professionali impossibilitate a progredire di livello a meno che non le ‘promuova' il responsabile di turno."Malgrado tali vizi di fondo, Di Somma ha definito il contratto "oneroso" per i ritardi di pagamento delle stazioni appaltanti e per i costi del lavoro incidenti per oltre l'80 per cento sui bilanci delle cooperative.
Motivi per cui anche Andrea Fora, presidente di Confcooperative Umbria, ha fatto appello alla "responsabilità delle cooperative"per adempiere al rinnovo contrattuale.
I "soci" ribattono che
"sarebbe ora di riconoscere il lavoro di cura e assistenza che gli operatori sociali svolgono per dare speranza di un futuro migliore a chi soffre e vive ai margini.
Un modo potrebbe essere che si assuma chi di dovere la responsabilità di risolvere i problemi di pagamento delle stazioni appaltanti, e che si smetta di ricorrere a un ormai esausto senso del dovere degli operatori sociali"
Orietta Bonifazi
dal Corriere dell'Umbria Martedì 23 Settembre 2008
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