Saranno sostituiti 26 gruppi di produzione, turbina e alternatore, su 38 totali dislocati tra gli 11 impianti dell’asta idroelettrica.
Non solo le turbine saranno cambiate ma anche i quadri elettrici, i sistemi di controllo, tutta la parte elettromeccanica delle centrali.
E’ l’attuazione del progetto di rinnovamento degli impianti del nucleo di Terni presentato due anni fa da Endesa Italia e che aveva subìto un rallentamento per il passaggio degli impianti. Un investimento da 188 milioni di euro che si completerà entro il 2010 e che, grazie alle nuove tecnologie, ma anche a un nuovo profilo delle pale della ruota della turbina, determinerà un miglioramento del rendimento dei gruppi idroelettrici variabile dal 2 al 4 per cento.
Sembra poco, ma in realtà è tanto se si pensa che il nucleo idroelettrico di Terni ha una potenza di 531 megawatt con una produzione che varia, a secondo della pioggia, dai 1300 ai 1700 milioni di Kilowattori all’anno.
Kw che, tra l’altro, renderanno anche di più alla multinazionale tedesca in quanto il rifacimento parziale degli impianti permetterà al nucleo di Terni di ottenere i certificati verdi che a loro volta faranno sì che il Kw prodotto lungo l’asta del Nera Velino e del Tevere, energia verde e pregiata, sarà pagato di più dal gestore dei servizi elettrici.
Investimenti che miglioreranno anche la compatibilità ambientale degli impianti, già alta, perché le centrali idroelettriche funzionano ad acqua e non rilasciano emissioni nell’aria e perché dighe e filtri posti lungo le opere civili intercettano ogni anno migliaia di tonnellate di rifiuti con la conseguenza che l’acqua che esce dalle centrali e si rimmette nel Nera è sicuramente più pulita che all’entrata.
Oggi con le nuove tecnologie verrà ridotto il rischio di inquinamento da oli: ciò in virtù delle minori quantità di olio necessarie per la lubrificazione dei circuiti meccanici.
“Ma - spiega l’ingegner Cristiano Biacchi, responsabile del nucleo idroelettrico di Terni - l’essenza del progetto è il miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti in modo da ottenere dalla stessa quantità di acqua una maggiore quantità di energia elettrica”.Galleto che in pochi anni passa dall’Enel, a Endesa Italia, a E.On. La globalizzazione che corre anche attraverso la monumentale centrale in marmo di stile fascista disegnata da Cesare Bazzani; attraverso questi gruppi monumentali alti venti, trenta metri.
Sulle turbine e sugli alternatori dei sei gruppi di Galleto, tutti in sostituzione, sono impressi nomi italiani, Tecnomasio Brown Boveri, De Pretto.
La nuova tecnologia sarà tutta austriaca, Va Tech, multinazionale che qualche anno fa ha inglobato proprio la De Pretto di Schio.
Macchine installate alla fine degli anni ‘40 dopo la distruzione bellica.
Macchine stupende, verdi o rosse fiammanti, revisionate ogni 10, 15 anni e ancora perfettamente funzionanti. Tutte destinate alla rottamazione.
Almeno una è stata salvata dall’Icsim e sarà un pezzo pregiato del futuro museo dell’energia e dell’industria.
Giuseppe Magroni dal Corriere dell'Umbria
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