La vicenda risale al maggio scorso quando un quarantenne ternano perde la vita in un incidente stradale.
L’uomo si trova in Liguria, ma i suoi familiari risiedono a Terni.
Dopo le formalità di rito, scatta il nulla osta per le esequie e dunque il feretro viene trasferito in città.
Per questa incombenza i familiari del defunto si rivolgono a un’agenzia di pompe funebri che ha sede a Terni e di cui conoscono il titolare.
La ditta esegue il lavoro con scrupolo e professionalità come sempre. Un incaricato parte tempestivamente per l’obitorio dell’ospedale del capoluogo ligure dove si trova la salma e la riporta in città.
Ma dopo la celebrazione dei funerali arriva la sorpresa.
I parenti, ovviamente, avevano altro a cui pensare e dunque non avevano chiesto un preventivo. E così quando il titolare della ditta presenta il conto non riescono a credere alle proprie orecchie. L’impresario funebre chiede diecimila euro sull’unghia visto che, oltre all’allestimento dei funerali e alla tumulazione, ha dovuto provvedere anche al trasporto con tutte le pratiche burocratiche del caso. I clienti obiettano, ma l’uomo non li prende neppure in considerazione. E pensare che per trasportare una salma all’estero, le ditte convenzionate chiedono la metà.
In questo caso, invece, si tratta di meno di 500 chilometri e tutti in Italia.
C’è qualcosa, insomma, che non quadra. Ai familiari del defunto, che chiedono anche la presentazione di una regolare fattura, non resta altro che rivolgersi alla procura.
Le denunce per truffa sono state presentate tanto in questura, visto che il reato ipotizzato è di ordine penale, che alla guardia di finanza per accertare eventuali irregolarità tributarie.
Le indagini sono ancora in corso e c’è da scommetere che andranno avanti ancora a lungo.
Gli inquirenti dovranno accertare se ci sia stato un raggiro, fondato sullo stato di necessità dei familiari dell’uomo deceduto.
Si tratta insomma di capire se siano stati messi in condizione di scegliere o se invece, approfittando della situazione, non abbiano avuto in alcun modo la possibilità di rivolgersi altrove o di rifiutare il servizio che veniva proposto a prezzi ritenuti troppo elevati. Per stabilirlo sarà necessario verificare se per questi particolare servizi siano in vigore dei tariffari vincolanti per tutte le imprese del settore o se invece i prezzi siano regolati soltanto dal libero mercato e dunque dalla legge della domanda e dell’offerta.
A questi e altri interrogativi dovranno rispondere gli inquirenti della squadra mobile della questura, alle prese con un caso decisamente singolare. Tre anni fa scoppiò un altro scandalo legato alle pompe funebri. Alcune ditte ricevevano soffiate dall’ospedale per accaparrarsi i funerali di pazienti ricoverati che erano appena deceduti. Informazioni preziose che poi venivano ricompensate adeguatamente.
Antonio Mosca dal Corriere dell'Umbria
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