Sono infatti i lavori in corso per la realizzazione dell’importante arteria, entrati nel vivo, che dall’inizio dell'anno hanno già fatto scappare due grandi produzioni internazionali dagli studi cinematografici di Papigno.
Il racconto arriva direttamente da Cinecittà Studios, dal direttore dell'area produzione e vice direttore generale di Cinecittà, Luca Sperandini, che è arrivato personalmente a Terni due volte, tra marzo e maggio di quest’anno, per accompagnare due grandi registi a visitare gli studios.
“L’intenzione era quella di girare a Papigno ma l’impresa è stata impossibile perché i rumori continui di sottofondo di ruspe al lavoro rappresentano un problema e un limite oggettivo per i registi che hanno necessità di lavorare anche in presa diretta”.
Dunque ai problemi strutturali che attraversa il settore dell’audiovisivo in Italia, di cui ovviamente anche Papigno paga un prezzo, si somma in questa fase anche un handicap contingente per gli studi cinematografici sulla Valnerina.
Problema che resterà in piedi per lo meno fino al 2010, altri due anni, se tutto andrà liscio, sono previsti infatti per realizzare la Terni-Rieti.
In Comune anche l’assessore competente in materia Lamberto Morelli conferma la “fuga” delle produzioni per i lavori in corso in Valnerina.
“E’ un problema, ma che possiamo fare - replica stizzito - non è certo pensabile bloccare il cantiere”.
Chiaro. Evidentemente altre soluzioni non ci sono per invogliare le produzioni a lavorare a Terni.
Il vice direttore generale di Cinecittà Studios richiama anche la grave situazione di crisi del settore a cui l’Umbria non riuscirebbe a far fronte.
“E' una regione non competitiva, oggi le produzioni scelgono un sito anche in base alle incentivazioni che riesce ad offrire un territorio rispetto ad un altro, non è un caso se oggi la regione Piemonte è la ‘mecca’ del cinema italiano, oltre ad un cospicuo fondo regionale per il cinema (1milione 500mila euro ndr) è riuscita a creare un'ampia sinergia offrendo servizi base e facilitazioni alle troupe”.
E' stato dunque un errore di valutazione pensare che per fare di Papigno il nuovo polo di attrazione nel mercato dell’industria cinematografica europea, bastasse la riqualificazione delle infrastrutture dismesse che operò Roberto Benigni, trasformando gli ex stabilimenti da industria a fabbrica dei sogni.
Investimenti che Cinecittà, seppur contenuti nel piano industriale, non ha mai attivato sul sito di Papigno.
Risponde prendendo le distanze alle allusioni neanche tanto velate di chi imputa a Cinecittà il “flop” di Papigno, studiato a tavolino per sbarazzarsi di un temibile concorrente a pochi chilometri da Roma.
“Non peschiamo nel torbido per favore, il ragionamento fa dare è un altro - precisa Luca Sperandini - il cinema vive in Italia un momento di grande crisi, anche a Roma nei nostri studi registriamo una notevole riduzione di lavoro, è chiaro tuttavia che l'andamento degli studios di Papigno non ci soddisfa affatto, l’inattività degli studi di Terni danneggia anche noi perché fanno parte dello stesso gruppo”.
Ormai sembrano lontani anni luce gli obiettivi da raggiungere contenuti nel piano industriale.
Oltre ai 100 giorni di girato all'anno, ci sono pure 400mila euro di fatturato per il 2008.
Per il 2008 la speranza è che torni almeno la fiction “Gente di Mare” dove a Papigno la produzione girerà le scene acquatiche nella piscina.
Chiara Damiani dal Corriere dell'Umbria
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