venerdì 27 giugno 2008

Terni e Tumori

La popolazione ternana risulta una delle più longeve d’Italia, con oltre 77 anni di vita media per i maschi e 83 per le donne.
Aumenta, in tutta la provincia, l’incidenza tumorale; ci si ammala di più, ma la mortalità per neoplasie si abbassa.
Migliora complessivamente la qualità dell’aria, ma alcune sostanze inquinanti sono ancora pericolosamente fuori controllo.
Escono fuori dati contraddittori dal primo rapporto dell’Osservatorio provinciale sull’ambiente e la salute in provincia di Terni.
Dati conosciuti, che confermano quelli delle precedenti indagini epidemiologiche condotte dallo staff del professor Lamberto Briziarelli, che sono stati assemblati e che saranno oggetto ad ottobre della prima Conferenza provinciale sull’ambiente.
Conferenza tematica nella quale verranno indicati anche i correttivi: così hanno assicurato il presidente della Provincia Cavicchioli e l’assessore all’Ambiente Paparelli.
Ma è stato il rapporto fra ambiente, inquinamento e patologie tumorali - era da prevederlo - quello che ha occupato gran parte della conferenza stampa.
Il quadro di riferimento è il periodo temporale che va dal 1978 al 1982; dal 1998 al 2002; dal 2002 al 2004.
Perché - si legge nella relazione di sintesi - “l’insorgenza di gran parte dei tumori maligni presuppone una lunga esposizione, che può superare i 10/15 anni, a fattori di rischio cancerogeno”.
Il dato di maggiore rilevanza che emerge è costituito da “una riduzione della mortalità, unitamente alla crescita nel numero dei malati, circostanza, questa, probabilmente da porre in relazione con l’aumento della vita media”.
Nelle tabelline dei grafici tutte le curve puntano pericolosamente verso l’alto. Nessuna paura assicurano gli esperti dalla tribuna: a Terni si vive di più, dunque dopo i 74 anni quando l’organismo è più debole è più facile che insorgano le neoplasie.
Lo dice la fisiologia. L’incidenza complessiva di tutti i tumori è superiore al dato regionale, tanto a Terni città che nell’intera Asl4, sia nei maschi che nelle femmine.
La relazione sottolinea però che nei maschi di età inferiore a 74 anni tale incidenza è pressoché omogenea rispetto a quella registrata nell’intera Umbria.
Il direttore del comitato scientifico, il professor Lamberto Briziarelli, conferma quasi a denti stretti quel dieci per cento in più d’incidenza che assegna alla provincia di Terni il Registro tumori dell’Umbria per una popolazione pesata, in cui cioè il fattore di anzianità non conta.
Dunque un dieci per cento netto.
Ma Briziarelli precisa che è un dato grezzo, che va interpretato e soprattutto contraddittorio. Difficile attribuire un fattore di rischio preciso; un rapporto stretto di causa effetto tra malattia ed inquinamento. E cita, come fa da anni quando le polemiche riemergono, il caso del tumore al polmone.
A Terni provincia ci si ammala di più rispetto alla media nazionale e regionale. Ma il dato in crescita è lo stesso dell’Alto Tevere, Asl 1, e dell’Alta Valnerina dove non ci sono né industrializzazione né inquinamento. Briziarelli e gli altri esperti puntano il dito su altri fattori di rischio per questa neoplasia: primo fra tutti il fumo.

di Giuseppe Magroni dal Corriere dell'Umbria

2 commenti:

  1. I dati sono comunque molto preoccupanti. Il fatto che i progressi della medicina, in particolare dell'efficacia della chemioterapia, consenta comunque un incremento della vita media, non mi sembra rassicurante. Il punto comunque non è quello di restare fermi fino a che non sarà provata una correlazione per poi intervenire con "divieti" alle produzioni. Il problema tumori a Terni è già oggi una emergenza sociale, indipendentemente dalla causa, e bisogna esigere da subito centri di cura e di ricerca adeguati, perché quelli che abbiamo adesso non lo sono. Occorre una aspirazione all'eccellenza delle strutture presenti a Terni e in provincia, con adeguati investimenti delle ASL e della Regione. Lasciamo ad altri "il gioco al massacro" di perdere tempo nella puntuale e "lunghissima" ricerca delle cause, occorre intervenire subito. Poi se tra decenni si proverà una correlazione con alcune produzioni allora pretenderemo anche investimenti per la bonifica e la riconversione. Ma bisogna fare qualcosa subito, perchè si tratta della vita della gente.

    RispondiElimina
  2. Grazie Paolo
    per il tuo commento, che condivido veramente.
    Ricordati che facendo parte degli editori oramai puoi anche scrivere questo stesso commento in forma di post o articolo, ne sei liberissimo, non farti problemi.
    Un saluto

    RispondiElimina